Quando si tratta di costruzioni edilizie, è importante tenere a mente che non è possibile edificare ovunque si desideri, poiché esistono terreni che non sono edificabili. Esaminiamo insieme quali sono e cosa si può costruire su di essi secondo la legge vigente.
Cosa si intende per terreno non edificabile?

Esistono molte tipologie di terreni che risultano non edificabili al catasto, come ad esempio terreni agricoli, di allevamento, aree protette, zone pericolose, ecc. In genere, l'edificazione di strutture su questi terreni è vietata, tranne alcune eccezioni. Se si desidera costruire qualcosa, deve rientrare nei termini previsti dalla legge, oppure si può cambiare la destinazione d'uso del terreno.
Cambio di destinazione d'uso
Teoricamente, è possibile cambiare la denominazione di un terreno, ma il processo per portare avanti questo cambiamento è molto lungo: occorre presentare al comune un'istanza di variazione, alla quale dovranno seguire tutta una serie di controlli e accertamenti volti a garantire la sicurezza della transizione. È importante ricordare che la costruzione indiscriminata e senza permessi ha spesso portato in passato a gravi problemi urbanistici o, nel peggiore dei casi, anche a disastri sociali ed ambientali.
Terreni non edificabili e permessi
Se non è possibile o si preferisce non cambiare la destinazione d'uso di un terreno agricolo, si possono comunque edificare le seguenti strutture:
- Abitazioni e alloggi: solo se sono la residenza primaria del proprietario del terreno, del coltivatore diretto o se sono alloggi per i lavoratori del terreno.
- Costruzioni a basso impatto ambientale: rientrano in questa categoria tutti gli edifici necessari alla lavorazione del terreno, come magazzini per macchinari agricoli